Restauro affreschi e dipinti murali

Per il restauro degli affreschi e delle pitture murali è importante individuare con precisione la tecnica pittorica utilizzata dall’artista tramite un’indagine conoscitiva.

L’affresco e sicuramente una delle tecniche di maggior pregio che il restauratore si può trovare ad affrontare.

restauro affreschi con dettaglio e vista generale

L’affresco è un’antichissima tecnica, adottata per molti secoli. Sono noti esempi di affreschi risalenti addirittura all’epoca romana. Negli ultimi secoli tale tecnica è andata via via scomparendo, in quanto molto laboriosa e di non facile realizzazione.
Gli ultimi esempi risalgono alla fine dell’800 ed oggi è diventata veramente rara.

Consisteva nell’utilizzo di colori ottenuti con pigmenti stemperati in acqua e stesi sulla superficie dell’intonaco ancora fresco.

Il colore poteva così penetrare nella superficie e legare con la calce che era una componente dell’intonaco tramite un processo chimico detto carbonatazione.

Quando la stessa tecnica viene usata solo per realizzare alcune campiture e non per l’intero dipinto, viene detta MEZZO FRESCO; in oltre esistono le pitture A SECCO dove il colore è steso interamente sul supporto murario ben asciutto.

Queste ultime possono essere di varia natura: calce, tempera, encausto (colori miscelati a caldo con la cera), olio, etc.

Spesso, le pitture murali antiche, anche di notevole pregio, venivano coperte con nuovi intonaci o campiture di colore; questo accadeva per varie ragioni:

  • la realizzazione di altre pitture o decorazioni più consone al gusto dell’epoca;
  • rimaneggiamenti architettonici;
  • semplicemente come soluzione al degrado in alternativa al restauro conservativo; concetto, questo, che fa parte della modernità.

In particolari contesti di antiche architetture è quindi compito del restauratore, effettuare una campagna di sondaggi ossia una serie di cosiddetti TASSELLI STRATIGRAFICI.

Questi non sono altro che campioni circoscritti distribuiti su vari punti del supporto murario nei quali si potranno vedere riemergere tutti gli eventuali strati sottostanti di colore, intonaci e porzioni di pittura.
Tale fase di lavoro servirà anche a mettere a punto la tecnica da adottare per la rimozione degli strati sovrapposti.

Nel caso siano rinvenute chiare tracce di pittura si procede allora col cosiddetto DESCIALBO; rimozione delicata dell’intera superficie che occulta il manufatto pittorico, al fine di preservare al meglio il suo stato di conservazione.

A questo punto si affronta sempre la PULITURA, che, nel caso la pittura parietale non sia stata coperta, rappresenta la prima fase del lavoro di restauro. Varia di metodologia a seconda della peculiarità del caso e della tecnica pittorica adottata.
Quasi sempre sono presenti lacune di colore e si possono rilevare mancanze di materia sollevamenti di intonaco e di pellicola pittorica
Si procederà quindi con i consolidamenti, l’integrazione plastica tramite stuccature con malte di adeguata granulometria e successivamente con l’integrazione cromatica.
Quest’ultima si può effettuare, nelle piccole zone, con campiture uniformi o con la tecnica del così detto RIGATINO. Nelle aree più estese, invece, se ci sono gli elementi sufficienti, si potrà decidere per una integrazione completa. Diversamente verrà mantenuta la lacuna cromatica con un tono neutro.